Foppapedretti Bergamo: Monastero di Astino, la location della presentazione rossoblu
Autore: Lega Volley Femminile
29 Settembre 2015

A pochi giorni dal grande evento che accoglierà la Foppapedretti Bergamo 2015-2016, facciamo un tour storico per scoprire l’eccezionale location che ospiterà la presentazione ufficiale del team.

Il Monastero di Astino vedrà sfilare le stelle rossoblù che illumineranno uno dei luoghi più caratteristici di Bergamo.

Si raggiunge senza auto, grazie a un servizio di bus navetta che nella serata del 10 ottobre sarà ulteriormente rafforzato.
Si possono utilizzare anche le navette messe a disposizione da Atb, con tariffa urbana. Attive nei weekend con corse ogni 20 minuti dalle 10 alle 20, con fermate in Porta Nuova, stazione Fs, parcheggio Auchan, parcheggio Croce Rossa e via Lochis.

Inaugurato dalla Fondazione Mia nel maggio di quest’anno, è un gioiello nel verde del Parco dei Colli, facilmente raggiungibile con brevi passeggiate dal centro e anche da Città Alta.

Fino al 31 ottobre, in occasione di Expo, l’ex convento vallombrosiano fondato nel 1107 sarà aperto gratuitamente dal martedì alla domenica dalle 10 alle 20, con estensione fino alle 22 in occasione di eventi particolari e fino alle 24 nel weekend per la ristorazione. Si può infatti anche decidere di pranzare e cenare nelle magnifiche cantine restaurate, oppure all’aperto. Ma anche visitare le mostre allestite nelle stanze del refettorio e dell’antirefettorio.

La storia
Il monastero di Astino fu fondato nel 1107 per favorire l’inserimento dei monaci Vallombrosani a Bergamo, che lottavano per il ritorno della Chiesa alla purezza evangelica. In breve tempo il monastero si radicò nel territorio bergamasco e, dopo la fioritura spirituale ed economica trecentesca, entrò in una fase di declino per risollevarsi nella seconda metà del Quattrocento con l’impulso dato dall’abate Silvestro de’ Benedictis. Le proprietà fondiarie del monastero spaziavano dalla pianura a sud-ovest della città all’Alta Val Brembana e alla Val Seriana con l’insediamento di molteplici attività agricole e minerarie. Dopo la soppressione napoleonica del 1797, il monastero fu trasformato dapprima in un manicomio e poi in un’azienda agricola, con riadattamenti, demolizioni e la dispersione di parte del patrimonio storico e artistico.

Il monastero, entrato a far parte della Congregazione dell’Osservanza Vallombrosana nel 1493, fu oggetto di una completa ricostruzione a partire dal 1515. Le precedenti strutture del cenobio, risalenti in parte all’epoca romanica (da notare il ‘palatium’ edificato appositamente all’interno del monastero per ospitare il beato Guala de’ Roniis) e al XV secolo, furono progressivamente demolite per far posto a un imponente edificio con torrione angolare, esemplato sul modello della casa-madre dell’Ordine a Vallombrosa. Anche alcune opere decorative come la raffinata Ultima Cena, eseguita per il refettorio dal fiorentino Alessandro Allori (oggi conservata presso il Palazzo della Ragione) rispondevano all’impronta data dai numerosi abati toscani, a cui spesso era affidato il governo del monastero. Completato all’incirca nel 1611, esso mantenne sostanzialmente la sua struttura fino alla soppressione nel 1797.

La chiesa monastica del S. Sepolcro ad Astino
I monaci, appartenenti alla congregazione monastica di Vallombrosa vicino a Firenze, derivata dall’Ordine Benedettino, edificarono la loro chiesa con pianta a croce ‘commissa’, a navata unica e con ampio transetto, tipica delle chiese vallombrosane, e la consacrarono nel 1117. La chiesa fu ampliata con la costruzione della Cappella del S. Sepolcro nel 1500. Dal 1540 circa fino alla fine del secolo la chiesa fu ristrutturata e rinnovata nelle decorazioni e furono realizzati nuovi arredi e strutture, quali la sagrestia, il campanile e l’attuale profondo presbiterio, sulla scorta dei dettami del Concilio di Trento. Gli aggiornamenti decorativi e le migliorie continuarono nel corso del Seicento e nel Settecento, secondo la necessità di un adeguamento al vigente gusto tardo-barocco. La chiesa divenne sussidiaria dell’Ospedale Maggiore nel periodo in cui, dal 1832 al 1892, il complesso fu trasformato in manicomio. Successivamente fu chiesa sussidiaria della parrocchia di Longuelo, ma la vendita della chiesa e del monastero a privati nel 1923 ne limitò fortemente la pubblica fruizione favorendone l’abbandono e il degrado.

I lavori di ristrutturazione
Per anni, il complesso del Monastero e della chiesa del Santo Sepolcro di Astino è stato abbandonato, generando così notevoli problemi di dissesto e di degrado. L’incuria è stata interrotta nel 2007, quando l’intero complesso è stato acquistato dalla Congregazione della Misericordia Maggiore, che nel solco della sua tradizionale attività benefica con interventi di utilità sociale ha restaurato integralmente la chiesa, restituita alla città, al culto e alla pubblica fruizione nel 2013. Il restauro complessivo del monastero, invece non è ancora terminato, ma ha evidenziato la bellezza di molte sale conventuali e recuperato affreschi finora celati sotto uno spesso strato di bianco (scialbo), steso tra Otto e Novecento, quando il monastero era stato adibito prima a manicomio e poi ad abitazione di agricoltori e a cascina.

COME ARRIVARE: dall’Uscita Autostradale di Bergamo proseguire in direzione Circonvallazione Leuceriano, qui prendere l’Uscita Longuelo e seguire le indicazione per la Valle d’Astino. A 300 metri dal complesso si trova un grande parcheggio con servizio navetta per raggiungere l’ex Monastero

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