Felicina Biorci spiega l’importanza della relazione tra alimentazione e performance sportiva
Autore: Barricalla Cus Torino
29 Novembre 2018

Il legame tra mangiare sano, vivere bene e avere prestazioni performanti in ambito sportivo è uno dei rami di studio di Felicina Biorci, Professoressa del Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università degli Studi di Torino e Nutrizionista presso il Centro di Medicina Preventiva e dello Sport dell’Università degli Studi di Torino di Piazza Bernini 12, a Torino.

La Dott.ssa Biorci, a partire dalla stagione 2018-2019, ha intrapreso con le giocatrici della squadra di volley di serie A2 del CUS Torino un percorso di gestione dell’alimentazione e della nutrizione, prima, durante e dopo una gara.

A tale proposito abbiamo voluto approfondire con lei l’argomento: “La relazione tra alimentazione e performance sportiva è ormai confermata, validata e praticata. Alla base vi è la consapevolezza degli atleti del significato di un’alimentazione corretta. Corretta per essere sani, quindi, cercando di limitare gli infortuni. Corretta per essere performanti in modo tale da rendere al meglio in campo. Nel volley, sport intermittente, la richiesta è di forza esplosiva, per il salto, affiancata da una capacità aerobica elevata. Allenamento, quindi, completo e complesso, a cui deve fare seguito un’alimentazione altrettanto variegata e completa. Il progetto con il CUS Torino Volley prevede di favorire la consapevolezza delle giocatrici sul significato degli alimenti, su quali assumere e quando. I cibi vanno consumati considerando le esigenze durante la prestazione sportiva e i tempi di digestione, in modo da avere disponibili i substrati energetici nel momento in cui si scende in campo. Alimentazione specifica, quindi, per il pre-workout, così da stoccare glicogeno a livello muscolare ed epatico, per il durante per mantenere adeguati livelli di glicemia e per il post, così da ripristinare le scorte utilizzate.

Da non sottovalutare anche l’idratazione, da considerare come un quarto macronutriente, dopo carboidrati, lipidi e proteine. Un atleta disidratato compromette la performance rischiando di aumentare la frequenza cardiaca durante l’attività fisica e, di conseguenza, con una resa ridotta. Anche qui quantità e timing di assunzione stabiliti. Le atlete, poi, sono misurate con un’analisi di bio-impedenza vettoriale che permette:

– il controllo dell’idratazione corporea;
– il monitoraggio di eventuali variazioni nella composizione corporea in termini di massa muscolare e massa grassa;
– individuare stati catabolici causati da un allenamento intenso o da un’inadeguata introduzione proteica con la dieta.

Interazione con le atlete e ancora di più con lo staff per supportare le giocatrici nelle complesse e interattive dinamiche che esitano nel comune obiettivo di salute e performance”.

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