Fabris: ‘Italia regina d’Europa con tre vittorie su tre nelle Coppe Europee, ma le regole devono cambiare’
Autore: Lega Volley Femminile
29 Marzo 2009

Il presidente di Lega Pallavolo Serie A Femminile Mauro Fabris presente quest’oggi alla finale di Indesit European Champions League andata in scena al PalaEvangelisti di Perugia ha così commentato la conquista del più prestigioso trofeo continentale da parte della Foppapedretti Bergamo: “Alla felicità provata due settimane fa per i successi di Asystel Volley Novara e Monte Schiavo Banca Marche Jesi in CEV e Challenge Cup, si aggiunge questa sera quella per la Foppapedretti Bergamo, straordinaria in questa palpitante vittoria al tie break nella finale di Champions League contro la Dinamo Mosca. Un tris di successi che conferma ancora una volta come l’Italia sia la vera regina d’Europa del volley femminile e che assume maggior valore se si evidenzia come la Foppapedretti Bergamo abbia vinto il massimo trofeo continentale schierando questa sera in campo tutte atlete italiane e avendo solo due straniere nel roster. Un grande riconoscimento e i miei complimenti vanno anche alla Colussi Sirio Perugia per la perfetta organizzazione di questa Final Four di Champions League e per il brillante risultato sportivo che ha raggiunto con la conquista della medaglia di bronzo.
In questo momento di grande gioia mi preme però sottolineare come sia da rivedere l’attuale regolamento della CEV Indesit European Champions League perché non è immaginabile che perduri il divieto di accesso alla finale per le squadre di uno stesso paese. Più di un club italiano, infatti, ha dimostrato ancora una volta di avere le capacità e la forza per poter accedere all’atto conclusivo della massima competizione europea. Questa formula, dunque, penalizza le società che si iscrivono alle coppe europee e potrebbe in futuro costringere alcune di esse a rinunciare a parteciparvi. Noi come Lega Pallavolo Serie A Femminile chiederemo alla Fipav di intervenire con forza sulla Cev affinchè si modifichi questa assurda norma, che non esiste in nessun altra disciplina sportiva, tanto più in un momento in cui i club sono costretti a valutare con attenzione gli investimenti che fanno nella stagione sportiva”.

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