Convegno “Le Arene prossime future”. Fabris (Lega): “Trasformare gli impianti da pura voce di costo a fonte di profitto”
Autore: Lega Volley Femminile
8 Luglio 2010

Nella sala conferenze di Palazzo Marini a Roma, si è svolto il convegno “Le Arene prossime future: modelli di sviluppo e tendenze in tema di impianti sportivi, alla luce del DDL Lolli-Butti”. Un vero e proprio focus sui grandi impianti sportivi italiani, per la maggior parte costruiti soltanto alcuni anni or sono, ed oggi già lontani dai modelli di fruizione in dotazione nei campionati esteri tanto da non sembrare essere adeguati a soddisfare le nuove prospettive gestionali, necessarie a sostenere ed ampliare il fenomeno sportivo nazionale. Ad aprire gli interventi, il Presidente della Lega Pallavolo Serie A Femminile l’on. Mauro Fabris: ”Un convegno fortemente voluto, perché una Lega moderna deve operare a livello trasversale legandosi alle altre istituzioni sportive ed ai referenti del mondo dello sport a tutti i livelli. Si colloca così nel processo di crescita della Lega Volley. L’obiettivo è aprire un dibattito su temi sui quali da tempo anche altri sport si interrogano. Credo sia giunto il momento di dare regolarità al tema dell’impiantistica sportiva: il nostro movimento di vertice dal punto di vista sportivo (vittorie clubs in Europa, nazionale bi-campione d’Europa) ed organizzativo (Mondiali 2010 maschili, Mondiali 2014 femminili) è di eccellenza, ma si va a scontrare con una situazione deficitaria. Ad esempio la plurititolata in Italia ed in Europa Foppapedretti Bergamo costretta fino a due anni fa a disputare le gare di Champions League nella vicina Treviglio, perchè il PalaNorda non soddisfaceva i requisiti della CEV. Solo quest’anno la stessa CEV ha concesso una deroga alla società orobica per la disputa del massima competizione europea. E a Bergamo anche attraverso i social network sono partite delle campagne di sensibilizzazione per la costruzione di un nuovo Palasport. Oppure non dimentichiamoci del caso della Scavolini Pesaro, tri-campione d’Italia in carica che alla fine ha disputato i play-off nello storico Palas, dopo aver disputato la regular season nel nuovo PalaCampanara, struttura piccola e con problemi di riscaldamento. Infine il caso della MC-Carnaghi Villa Cortese, la neo promossa che quest’anno ha vinto la SEAT Coppa Italia A1, che ha dovuto disputare al PalaLido di Milano i play-off Scudetto perchè il PalaBorsani di Castellanza era inadeguato. Diventa quindi difficile per una società mantenere un profilo alto nonostante una pallavolo di vertice. E allora che fare? Fondamentale diventa programmare e magari poter avere una gestione diretta dell’impianto di gioco da parte delle società stesse per realizzare eventi che possano portare introiti, pubblico e turismo ed abbattere così i costi di gestione (come nel caso degli esempi della Zoppas Arena a Conegliano e del PalaYamamay a Busto Arsizio). In pratica trasformare gli impianti da pura voce di costo a fonte di profitto. Bisogna poi dare continuità ed adeguare le strutture agli standard europei. Un grazie ai deputati Giovanni Lolli e Claudio Barbaro perchè questa proposta arriva in un momento fondamentale e speriamo che diventi legge al più presto”.
Hanno portato il loro saluto poi i membri della giunta CONI l’on. Manuela di Centa e Marcello Marchioni per i quali la proposta “deve servire per presentare e rappresentare l’Italia al modo migliore e deve essere fatta nel modo piu’ giusto ed equilibrato”.
L’on. Claudio Barbaro, relatore alla Camera della proposta di legge ha poi fatto il punto sullo stato dell’arte dell’iter parlamentare del DDL Lolli-Butti. “Conclusa la fase di dibattito in Parlamento – ha precisato – ora si passa alla fase di analisi del Comitato ristretto. Sono emerse alcune problematiche ed alcuni punti di forza nella fase di dibattito che sono state affrontate ed analizzate sempre nell’ottica dello sport che deve diventare centrale nell’ambito della crescita del nostro paese. Non solo la necessità di sviluppare impianti sportivi di vertice, ma collegarli alla pratica sportiva di base. Se si dovesse riuscire a trovare un equilibrio, la legge darà risposta ad una domanda e ad un bisogno fondamentale”. L’on. Giovanni Lolli co-firmatario della proposta di legge invece si è soffermato su un problema culturale. “La contraddizione tra sport nella percezione dei cittadini (salute, formazione ecc.) e quello che è nell’idea di chi sta nella politica. Il CONI, le federazioni e le società dilettantistiche sono caricate di responsabilità che vanno oltre le loro possibilità. L’impiantistica è di vecchia nella concezione, insicura e costosa. Ci vuole una concezione moderna. Chi meglio delle società sportive possa gestire le Arene? Con questo ddl si scaricherebbero i costi dai Comuni e dando la possibilità ai clubs di trarre profitto. Si vuole creare quindi un percorso agevolato ed accelerato perché chi vuole investire e gestire, possa farlo. Si conta di far diventare la legge in tempi rapidi”.
E’ intervenuto anche Maurizio Beretta, Presidente della Lega Calcio Serie A: “Questa legge ha dei pregi primo fra tutti quello di definire un concetto chiaro di equilibrio di gestione ed ha un’impostazione originale perché non crea una quantità limitata di risorse. Valore del calcio come miniera che, se gestito bene e con programmazione, può generare risorse in maniera importante nel settore, nella filiera e nell’intero sistema. C’è bisogno di impianti polifunzionali in grado vivere 7 giorni su 7 (con all’interno la sede, il ristorante, il negozio, il museo del club). La legge può essere uno snodo importante per consentire al sistema di crescere”.
Michele Uva dirigente FIGC e prof. all’Università Tor Vergata di Roma dopo aver evidenziato che lo sviluppo dell’impiantistica sportiva è una necessità e che ha ricaduta diretta e indiretta, ma soprattutto gli investimenti in questo ambito sono a lungo termine, ha redatto un’analisi sulla nuova legge. “Sei canali d’impatto economico del DDL con nuovi stadi: aumento degli spettatori, aumento del prezzo dei biglietti, servizi dentro impianti, corporate, naming rights, no match day. Tramite questi canali ci si troverebbe di fronte ad un impatto economico totale che si affiancherebbe ad uno sgravo dei conti delle amministrazioni comunali e locali e di conseguenza ad un impatto occupazionale e sociale. Vi sono anche alcune criticità: investimento a lungo termine, non solo nel costruire ma anche nel gestire, pensare all’impiantistica del futuro, con una visione moderna”. Uva ha poi invitato a prevedere la sostenibilità dell’investimento della gestione ed alla formazione dei gestori.
L’arch. Gino Zavanella, designer ed esperto di impiantistica sportiva ha parlato “delle arene come luogo d’incontro, della necessarità di infrastrutture e di servizi pubblici adeguati”. Ha poi precisato che per impianti poli/multi funzionali non si debba pensare solo all’arena ma a tutto il territorio circostante. Ogni arena deve essere calata nel territorio e non bisogna dimenticare la funzionalità e l’ecososteniblità.
Daniele Bolognesi, External Relations Sport Lottomatica, parlando di naming rights ha presentato la case history di Lottomatica che è diventata titolare del PalaLottomatica. Scopo di tale investimento è stato quello di rilanciare il prodotto, renderlo luogo di aggregazione e socializzazione nell’ambito di una necessità di comunicazione e sviluppo dell’azienda.
Il convegno “Le Arene prossime future” è stato moderato dal dott. Roberto Ghiretti.

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