Carolina Costagrande: “In Italia perché il Campionato è tornato ad altissimo livello”. Nazionale sempre più targata Serie A1
Autore: Lega Volley Femminile
8 Giugno 2016

Carolina Castagrande da qualche giorno è ufficialmente una giocatrice dell’Imoco Volley Conegliano, team Campione d’Italia. La campionessa italo-argentina, a sei anni dall’esperienza con la Scavolini Pesaro – condita da tre Scudetti – torna in Serie A1. In mezzo un lungo pellegrinaggio tra Mosca, Guangzhou, Istanbul e Wroclaw. “Una proposta davanti alla quale non ho avuto dubbi – afferma -. Il Campionato italiano è cresciuto, è diventato molto forte. In particolare l’Imoco è una società che da anni ha messo in piedi un progetto per arrivare in alto, ci è riuscita e ora vuole mantenersi lì, provando anche l’esperienza in Europa. Lo staff tecnico ha inciso moltissimo nella mia scelta, Davide (Mazzanti, ndr) e il suo staff sono una garanzia. Una situazione migliore non l’avrei potuta avere. Sono felice e onorata, molto motivata. Anche all’estero ci sono motivazioni, ma l’Italia è casa mia, qui sono cresciuta pallavolisticamente, ho rappresentato la Nazionale e quindi lo stimolo è molto più forte”.

Quello di Costagrande è l’ennesimo rientro di atlete italiane dai campionati esteri. Solo negli ultimi anni, Eleonora Lo Bianco, Simona Gioli, Paola Cardullo, Caterina Bosetti, Valentina Arrighetti sono tornate nel nostro massimo Campionato dopo aver vissuto esperienze in Europa e non solo. “L’Italia è per definizione un bel paese, si sta bene – continua Carolina -. La Serie A ci ha visto crescere e diventare giocatrici mature, tutte abbiamo avuto qui una storia passata. Il Campionato italiano ha avuto qualche anno di calo, però adesso è tornato ad altissimo livello. Un torneo di prestigio, in cui è importante esserci”.

Sempre più atlete di spicco, italiane e non, scelgono il Campionato di Serie A1 per l’alto livello tecnico che garantisce e per l’atmosfera unica che si respira nei palazzetti. Così la competitività media cresce progressivamente e il Campionato diviene più attraente per numerose campionesse già affermate e giovani talenti. Un circolo virtuoso che produce qualità e spettacolo. E di cui beneficia la Nazionale, sempre più targata Serie A1. Analizzando la composizione delle spedizioni azzurre nei tornei dell’ultimo quadriennio, si nota come l’incidenza di giocatrici che militano in campionati esteri è progressivamente diminuita.

Alle Olimpiadi di Londra del 2012, erano cinque atlete su 12, (ovvero il 42%): Paola Cardullo (RC Cannes – FRA), Carolina Costagrande (Guangdong Hengda – CHN), Antonella Del Core (Fakel Novy Urengoi – RUS), Simona Gioli (Fakel Novy Urengoi – RUS –> Galatasaray – TUR), Eleonora Lo Bianco (Galatasaray – TUR). Percentuale simile ai Mondiali in Italia del 2014, con sei atlete su 14 provenienti da campionati stranieri (43%): Valentina Arrighetti (Lokomotiv Baku – AZE), Caterina Bosetti (Osasco VC – BRA –> Galatasaray SK – TUR), Nadia Centoni (RC Cannes – FRA –> Galatasaray SK – TUR), Carolina Costagrande (VakifBank Istanbul – TUR), Antonella Del Core (Dinamo Kazan – RUS),  Eleonora Lo Bianco (Galatasaray SK – TUR –> Fenerbahce TUR).

Analizzando le convocate dei due tornei preolimpici del 2016, invece, la percentuale cala vertiginosamente. Solo tre atlete delle 14 presenti ad Ankara (il 21%) difendevano i colori di un club straniero: Lucia Bosetti (Fenerbahce – TUR), Nadia Centoni (Galatasaray – TUR) e Antonella Del Core (Dinamo Kazan – RUS). Che si sono ridotte a due nel torneo di Tokyo che ha consegnato all’Italia il pass per le Olimpiadi di Rio de Janeiro, ovvero il 14%. In Giappone, infatti, erano presenti le 12 ‘italiane’ – Monica De Gennaro e Serena Ortolani (Imoco Volley Conegliano), Cristina Chirichella e Martina Guiggi (Igor Gorgonzola Novara), Alessia Gennari e Miriam Sylla (Foppapedretti Bergamo), Francesca Piccinini e Imma Sirressi (Pomì Casalmaggiore) – delle quali 4 appartenenti al Club Italia (Anna Danesi, Paola Egonu, Ofelia Malinov e Alessia Orro), la formazione federale che quest’anno, unico caso al mondo, per la prima volta ha giocato proprio in una Serie A1 di alto livello che ha costituito l’elemento determinante, a parere di tutti i tecnici e delle dirette interessate, per la loro rapida crescita e maturazione, capace di portarle in azzurro. Senza dimenticare, in ultima analisi, che tra le 14 ragazze partite per il Brasile per la prima tappa del World Grand Prix non c’è nemmeno una giocatrice proveniente da club esteri.

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