Il Presidente Mauro Fabris su Radio Sportiva: dal Mondiale ai temi per far progredire ancora il movimento fino a Julio Velasco
Autore: Lega Volley Femminile
10 Settembre 2025

Il Presidente della Lega Pallavolo Serie A Femminile, Mauro Fabris, è intervenuto quest’oggi, mercoledì 10 settembre, a Radio Sportiva, commentando il Mondiale e la situazione della pallavolo femminile. 

“Abbiamo vinto tutto, anche l’Under 21, se dovesse esserci un altro trofeo da vincere possiamo organizzarci” – ha esordito il Presidente Fabris -. L’onda di entusiasmo che questa vittoria ha portato nel paese testimonia una crescita costante che c’è stata nel mondo della pallavolo femminile. Non è un caso una sequenza di vittorie di questo tipo, c’è stata un’attività forte di cambiamento di un mondo che pian pianino ha scalato la vetta e che oggi sta in cima. Il tema è che più in alto non si può andare oltre la vetta, però adesso dobbiamo rimanerci e bisogna da questo punto di vista prendere anche atto che tutto quello che è stato fatto non è stato fatto senza costi, ma col sacrificio e con la programmazione non solo federale ma anche dei club, che hanno investito molto. Basta dire che qui giocano tutte le nazionali italiane. Orro e Sylla faranno questa esperienza in Turchia, ma come è capitato per Egonu io penso che le rivedremo presto da noi e comunque nel nostro campionato giocheranno circa 50 delle stelle che hanno disputato il Mondiale.  C’è una capacità precisa di creare un ambiente dove le campionesse crescono. Basti pensare al Club Italia, che è una cosa unica al mondo, una squadra federale con la quale i club hanno accettato di giocare tutte le domeniche, per consentire la crescita delle più giovani. Se in una Finale di un Mondiale Velasco trova delle giovanissime che vanno in campo contro Gabi o contro la Vargas e non hanno le gambe che tremano, è perché le avevano già affrontate in un campionato sfidante come la Serie A o in Champions.  Questo è uno dei segreti, aver ottenuto un accordo virtuoso tra i club, la Lega e la Federazione, che qualcun altro di altre discipline dovrebbe copiare. Abbiamo avuto la possibilità di prendere campionesse dall’estero e la federazione ha capito che far allenare le nostre promesse insieme a queste campionesse, italiane e straniere, poi ci avrebbe consentito e ci consentirà di avere dei cambi decisivi per vincere un mondiale”.

Ancora Fabris: “Noi dobbiamo dirlo in questo momento che questo mondo meraviglioso sta in piedi grazie ai club, grazie ai privati. Noi non abbiamo contributi pubblici, noi versiamo le tasse gare e molto altro alla Federazione, tutte le giocatrici delle Nazionali più forti giocano da noi e quindi possono stare serene durante l’anno perché c’è qualcuno che pensa a loro per 12 mesi, anche se nei club rimangono solo 7 mesi, perché poi 5 mesi sono riservati alla stagione delle competizioni per le stesse nazionali. Noi da tempo chiediamo al governo alcune modifiche alle norme attuali, a partire dalla possibilità, ad esempio, di defiscalizzare le sponsorizzazioni sportive, per noi come per le altre discipline sia chiaro. Non è possibile che tutto questo rimanga sulle spalle delle proprietà e degli sponsor privati. Una norma che fu implementata in epoca COVID anche per il calcio e il basket, per sopperire all’assenza delle entrate da biglietteria, ma questo si può ripetere anche adesso, soprattutto considerando che la stessa biglietteria copre solo un 10% delle spese di un club di alto livello. Queste agevolazioni non sono solo un’uscita per lo Stato, ma un investimento: creando eventi e momenti di aggregazione si incrementano le entrate perché la gente si muove, viaggia, consuma.  Noi paghiamo contributi INPS, però le nostre atlete hanno coperture assicurative e previdenziali diverse da qualsiasi altra lavoratrice. Se vogliamo rimanere sul tetto del mondo, che tante gioie dà a tutta l’Italia, dobbiamo anche cominciare a modificare queste situazioni. Noi non chiediamo contributi a fondo perduto, noi chiediamo di poter vedere riconosciuto chi investe nello sport di vertice in maniera tale che si possa continuare a mantenere il movimento. Altrimenti la Turchia, che è un mercato ricchissimo finanziato dallo Stato e dalle banche, è chiaro che prima o poi potrà quantomeno superarci nelle competenze sportive”. 

“Un altro tema, anche questo ben noto, è quello delle infrastrutture” – ha continuato FabrisE lo dico oggi, che arriviamo da un grande successo e tutti sono sul nostro carro. In Italia potremmo essere, come pallavolo ma non solo, molto ma molto più in alto se avessimo impianti adeguati. Conegliano, che è Campione del Mondo, Campione d’Italia e Campione d’Europa, ha uno degli impianti più belli perché tiene 5.000 persone, ma potrebbe farne 10.000 tutte le domeniche, e così Milano, Scandici, Novara e tutte le altre. C‘è un tema di fiscalità, di previdenza e di strutture: se noi non tocchiamo queste tre questioni, io credo che i miracoli possiamo anche ripeterli perché abbiamo dimostrato di essere bravi, però rinascere due volte non è capitato nessuno”.

Infine, un passaggio su Velasco: Julio Velasco? Dopo essere stato protagonista con i maschi è passato all’emisfero femminile nel momento in cui è andato a allenare Busso Arsizio e da lì è arrivato in Nazionale. Io penso che sia nel Pantheon, nell’immortalità. Noi saremo sempre disponibili a lavorare con lui e devo dire che da questo punto di vista ci siamo trovati concordi sul Club Italia, ma anche sul concetto, che poi è passato a livello federale, di far giocare le campionesse straniere nei nostri campionati per far crescere il movimento. Quindi è un uomo su cui non ho bisogno di aggiungere nulla a quello che abbiamo letto in questi giorni. È un uomo che ha saputo e sa valorizzare le capacità di ognuna, ma facendo un gioco di squadra. Questo serve a noi tutti e non è un caso che anche oggi, anche tra la stampa non sportiva, si citava Velasco come modello anche per governare un paese”. 
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