Beng Rovigo: i commenti post gara contro Olbia dei tecnico Diego Flisi e Stefano Ferrari e del preparatore atletico Marco Da Lozzo
Autore: Lega Volley Femminile
25 Novembre 2014

Consueta seduta di video analisi post partita per la Beng Rovigo di Coach Stefano Ferrari e del secondo allenatore Diego Flisi. E’ proprio Flisi che commenta la gara di domenica scorsa in Sardegna contro la Hermae Entu Olbia persa al tie-break.

“Sapevamo che non c’era da sottovalutare l’avversario – esordisce l’assistant coach – e sono convinto che nella pallavolo, a differenza di altri sport non puoi permetterti di amministrare il vantaggio: bisogna infatti dare il massimo in ogni singolo set, dall’inizio alla fine. Recuperare o perdere 5 punti succede nella pallavolo, più spesso che altrove, ricordo per esempio la gara del primo turno di playoff maschile di A1, quindi la la prima contro l’ottava con un Trento superfavorito che perdeva 14-11 al tie-break contro un’arrembante Vibo Valenza. Ebbene, ha vinto Trento grazie a 4 ace consecutivi ed un errore ai vantaggi degli avversari. Per Beng, nella gara di Olbia come attitudine non ho nulla da recriminare alle ragazze che si sono impegnate fino alla fine, con il proseguo di campionato vedremo di continuare il cammino di amalgama e miglioramento tecnico della squadra”.

“Domenica scorsa abbiamo avuto una nuova dimostrazione che i campionati italiano sono i migliori campionati al mondo, attrattivi per le straniere, perché tutte le squadre possono competere con le altre, e con massimo equilibrio tra i partecipanti. All’estero infatti c’è solo una squadra di elite in un campionato che vince tutto con sole 2-3 avversarie temibili. Da noi invece, oltre a non esserci squadre materasso, ogni gara è una vera e propria battaglia”.

“Contro Olbia l’efficacia della Beng è stata del 34% positiva, che è nella media, l’efficienza invece un po’ più bassa del soliti livelli, non tanto per errori diretti nostri ma per la qualità dei colpi intermedi che ha permesso il contrattacco avversario invece che schiacciare a terra e segnare punto. I numeri confermano quindi l’impressione a caldo di coach Ferrari che nel post partita affermava che siamo stati “un po’ troppo morbidi” in attacco. La difesa non è mancata come da inizio campionato e nei momenti importanti la loro opposta Eleni Kiosi ha trovato spazio per segnare sulle righe ed in in diagonale. 4 pipe e 4 punti in due direzioni diverse come la riga di posto 1 e la riga di posto 5. Onore quindi al coraggio di provare dei colpi così millimetrici ad alto rischio di errore. In casa Beng sono ritornate in campo Crepaldi, Coan, M’Bra con un cambio della diagonale e provando a sostituire nel corso dei 5 set le schiacciartici Lotti, Manfredini, e Guatelli”.

Marco da Lozzo, il preparatore atletico di Beng, commenta: “Stiamo lavorando tanto fin dall’inizio dell’anno. La regolarità è fondamentale nella giusta preparazione atletica, dal punto di vista fisico dobbiamo essere contenti: 3 tie-break in 3 partite, 2 vinti ed uno no, quindi dal punto di fisico è la dimostrazione che le atlete tengono bene i 5 set e sono in buone condizioni di forma. Abbiamo ripetuto i test singoli di inizio stagione, le ragazze sono all’interno dei parametri prefissati, qualcuna addirittura con miglioramenti più elevati per fattori come salto, forza ed analisi antropometrica. La situazione è nel complesso molto buona, è merito dell’interazione che fin da subito c’è stata con il dott. Lavezzo e l’ottima collaborazione con lo staff tecnico ed il centro riabilitativo equipe di Yarno Celeghin nelle 9 settimane precampionato. I miglioramenti fisici sono merito di tutto il gruppo di lavoro e vincere al tue-break all’esordio in trasferta ne è l’esempio. L’obiettivo è quello di mantenere lo stato di forma più costante possibile durante la stagione per avere prestazioni costantemente elevate”.

L’auspicio di coach Stefano Ferrari è che si ritorni presto alla normalità, con trasferte e orari ordinari, in giornata. Negli ultimi 10 giorni infatti la Beng ne ha trascorsi 6 in viaggio con 2 partite al tie-break, 3 sessioni di allenamento e solo 1 giorno di riposo. Un forte stress psicofisico che inevitabilmente influisce sulla capacità di resa del gruppo.

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